Al minuto venti del film ho avuto paura. Già, ma non perchè fosse successo qualcosa di terrificante, bensì a causa del fatto che a quel punto sembrava una situazione troppo chiusa, con due soli personaggi, in un ambiente limitato, e con oltre un’ora di pellicola ancora da vivere. Eppure, tutto sommato Khalfoun se la cava, e riesce a non rendere noiosa una vicenda che avrebbe potuto esserlo per motivi strettamente legati a ciò che viene narrato.
E’ la vigilia di Natale, ed Angela, una giovane impiegata di un’azienda, andando via dal posto di lavoro per recarsi alla cena della famiglia al completo, si accorge che la sua auto non parte. Il cellulare è fuori uso, visto che si trova nei parcheggi sotterranei dell’edificio, e viene soccorsa da Thomas, un gentile addetto alla sicurezza che si offre di aiutarla a sistemare la vettura, fallendo. A quel punto, le propone di fermarsi quella sera con lui, nel suo ufficio, dicendole che ha qualcosa di pronto e che avrebbero potuto cenare insieme. Naturalmente lei rifiuta, torna nell’atrio e chiama un taxi, ma le porte elettroniche dell’edificio sono già state bloccate, e quindi si mette alla ricerca di qualche guardia che possa permetterle di uscire. Ritrovatasi nel parcheggio sotterraneo, ad un tratto le luci vengono spente, e Thomas la addormenta con del cloroformio.
E’ qui che inizia il gioco psicologico del film, nel momento in cui lei si risveglia nell’ufficio della guardia, legata ad una sedia. Indossa l’abito che avrebbe dovuto mettere quella sera alla festa coi familiari, e Thomas è vestito da Babbo Natale. Il quadro della situazione diventa quindi immediatamente chiaro: la guardia soffre di una sorta di mania/depressione che lo ha portato ad innamorarsi di Angela, della cui vita si interessa in maniera morbosa e verso la quale dimostra una insensata gelosia ed un fortissimo desiderio di protezione. Inutili sono sia i tentativi di fuga della ragazza, sia le sue preghiere.
Tom non ha intenzioni malvagie nei suoi confronti, tutto sommato ha come unico desiderio la sua compagnia, e non passare da solo anche la vigilia di Natale. Ad un tratto le propone un giro in auto all’interno del parcheggio sotterraneo, fin quando non arrivano nel luogo in cui, legato ad una sedia ed imbavagliato, si trova Jim, un collega di Angela che qualche giorno prima aveva provato un approccio con lei in ascensore dopo una serata di festa, venendo respinto. Tom ha assistito alla scena grazie alle telecamere di sicurezza, e pensa che la vendetta possa essere il suo dono per Angela, per dimostrarle che tiene davvero a lei. Lei si rifiuta di colpire Jim, ed allora Tom perde la testa, inizia a colpirlo ed infine dopo essere risalito in auto lo spiaccica al muro ripetute volte, uccidendolo. A quel punto Angela riesce a scappare, ed inizia il tira e molla con tentativi di chiamata al 911, inseguimenti e lotte assortite, fino all’epilogo sufficientemente prevedibile.
Sviluppato unicamente attorno a due personaggi, in un periodo di tempo limitato a poche ore ed in un luogo totalmente chiuso e privo di contatti con l’esterno, -2 – Livello Del Terrore si barcamena piuttosto bene nell’ambito dei survival horror, riuscendo a dare credibilità ed approfondimento psicologico specialmente alla figura di Thomas, che in alcuni momenti fa quasi tenerezza per il suo disperato bisogno di compagnia: più che uno psicopatico o un maniaco omicida, lui è una persona depressa, sofferente, sola, che si attacca in maniera esasperata alla possibilità di diventare quantomeno amico della bella Angela, in una ricerca febbrile e totalmente malata di cambiare la sua condizione.
Film probabilmente privo di spunti di reale interesse, ma che gode di una sceneggiatura piuttosto solida, scritta da Alexandre Aja e dal fido Gregory Levasseur, e di una regia magari non trascendentale, ma adatta al taglio della claustrofobica vicenda.