Titolo che depista abbastanza, quello di Zombies – La Vendetta Degli Innocenti, perché di fondo gli zombi del titolo raccolgono caratteristiche ibride tra morti viventi e fantasmi vendicativi alla ricerca della pace. In questo singolare connubio, il film raggiunge una sua identità riconoscibile e finisce per fare di una potenziale debolezza un buon punto a favore.
Vedova da poco tempo, Karen si trasferisce con le due figlie, l’adolescente Sarah e la piccola Emma, in una casa ereditata dal defunto marito. Inevitabilmente, la fatiscente abitazione si trova in un paesino sperduto tra le montagne della Pennsylvania. Isolate da tutto e tutti, ben presto scopriranno l’episodio macabro avvenuto in quella zona circa cent’anni prima, quando il proprietario di una miniera si rese protagonista di una decisione che causò la morte di tanti bambini che proprio in quella miniera lavoravano Emma inizia a parlare di una certa Mary che di notte entra nella sua stanza e che vuole giocare con lei, suscitando preoccupazione e paura nella madre.
L’escalation di episodi e scoperte proseguirà fino a quando saranno chiarite le motivazioni del gruppo di bambini ritornanti e minacciosi, assetati di vendetta. Horror stereotipato nello svolgimento e molto diligente nell’attenta ricreazione di atmosfere cupe e misteriose sin dai primissimi minuti, non discostandosi mai dai canoni ma anzi inserendo, oltre al soprannaturale, anche la classica casa inquietante e un personaggio che sembra saperla lunga e che con sguardo allucinato lascia intendere cose…
Il film funziona piuttosto bene: le parti sono equilibrate e nel finale i nodi vengono sciolti in maniera sufficientemente accettabile, sempre parlando di una logica che va al di là del reale. Girato in Bulgaria, tocca da un lato l’ingiustizia sociale e la sopraffazione (la parte dei bambini sfruttati in miniera), dall’altro un moderno dramma, quello della povertà che si ritrova ad affrontare una famiglia a seguito della morte di uno dei genitori.
Il clima plumbeo è ideale per l’incontro di questi due temi e crea lo sfondo giusto per l’entrata in scena dei bimbi, sporchi e vestiti di nero, armati di badili, picconi e martelli. Sono creature piuttosto coscienti e che mettono in mostra una sensibilità, sebbene non vengano risparmiate sequenze sanguinolente. Nel finale si inseriscono luoghi comuni che limitano l’impatto ma non stonano. Curiosa la prova di Ben Cross nei panni del signor Hanks, personaggio sopra le righe che appare toccato inizialmente ma che in realtà è l’unico a conoscere realmente la minaccia e come cercare di gestirla. Insopportabile invece il doppiaggio di Karen.