Darren Lynn Bousman non voleva girare questo film, James Wan e Leigh Whannell ne hanno osteggiato la produzione. Eppure, gli incassi al botteghino di Saw III alla fine hanno convinto tutti, ed in seguito ad alcune contrattazioni andate male, ecco tornare dietro la macchina da presa Bousman, già regista del secondo e del terzo episodio. Per quanto riguarda la sceneggiatura, invece, vengono assoldati Patrick Melton e Marcus Dunstan.
Il film si apre con l’autopsia di John Kramer, alias l’enigmista, alias Jigsaw, e dentro il suo stomaco viene trovato un nastro che, una volta ascoltato dal detective Hoffman, recita una delle solite storielle dell’enigmista, che afferma che il gioco non è finito con la sua morte, ma che anzi è appena iniziato. A quel punto, l’azione si sposta indietro nel tempo (anche se lo spettatore lo scoprirà solo più avanti, verso il finale della pellicola), nel momento in cui viene rintracciato il luogo dove si trova il cadavere orribilmente mutilato della detective Kerry, moglie di Eric Matthews (si vedano le recensioni di Saw II – La Soluzione Dell’Enigma e di Saw III – L’Enigma Senza Fine). Da quel punto in poi, parte un test che l’enigmista ha organizzato per il tenente Rigg, che dovrà cercare di salvare lo stesso Matthews, che si scopre essere ancora vivo a sei mesi di distanza dalla sua scomparsa, ed il detective Hoffman, passando attraverso una serie di prove.
Il nocciolo è sempre il solito: sulla propria strada Rigg troverà una serie di persone che per un motivo o per un altro l’enigmista (o chi per lui…) ha deciso di mettere alla prova, di sottoporre ad una scelta crudele tra la morte violenta e la vita, che passa attraverso un enorme dolore. Il tutto inframezzato con flashback del passato di John Kramer, che ne raccontano gli inizi, denotandone uno spirito di vendetta che fino a questo film non si era mai visto nelle sue azioni, e finendo per svilire anche la sua stessa figura.
A fronte di qualche buona trovata per ciò che riguarda le trappole e le situazioni estreme, rimangono tutta una serie di perplessità, come ormai da tradizione, sulla possibilità concreta di organizzare tutto ciò che viene fatto, ma soprattutto rimane una pessima sensazione: quello di un film totalmente inutile, un riempitivo che sostanzialmente non aggiunge assolutamente nulla alla serie, poiché tutto ciò che viene narrato in Saw IV, oltre ad essere avvenuto in contemporanea agli avvenimenti del terzo, non approfondisce nessun aspetto della trama, ma anzi finisce addirittura per rovinare in parte il fascino di Jigsaw.
Bousman gira una pellicola priva di mordente, molto al di sotto delle sue due precedenti opere sia per ritmo che per inventiva visiva, anche se le buone trovate non mancano. L’ultima scena del film è esattamente quella dell’inizio: Hoffman ascolta il nastro trovato nello stomaco dell’enigmista, e sta per cominciare un nuovo gioco, lasciando tutto interamente in sospeso, ma con una nuova rivelazione relativa al detective stesso. In definitiva, dunque, nonostante la sostanziale delusione, rimane una grande curiosità, e quindi attesa per il quinto capitolo della saga. Insomma, in un modo o nell’altro, l’obiettivo è stato raggiunto anche questa volta, ma si spera in uno sviluppo reale e non in un semplice episodio riempitivo come questo, che, senza dubbio alcuno, si guadagna il ben poco meritorio titolo di peggior film della saga.