È il periodo dei film strani. Dopo quella piccola perla che risponde al nome di Black Sheep – Pecore Assassine, è il turno di Denti, che tratta un tema evidentissimo già a partire dalla locandina: la vagina dentata. Quasi mitologica, citata in alcuni coretti da osteria, questa particolare mutazione dell’organo genitale femminile è presente in diverse tradizioni e nella mitologia di svariati popoli, e si può facilmente intuire in cosa consista e quale possa essere il suo utilizzo.
Diretto dall’esordiente, seppur non di primo pelo, Mitchell Lichtenstein (figlio di Roy, esponente di spicco della pop art), il film inizia come una vera e propria commedia giovanile, raccontando la quotidianità di Dawn, ragazza che si impegna per promuovere la castità e la purezza. La situazione tuttavia cambia nel momento in cui un ragazzo tenta di fare sesso con lei, contro la sua volontà: avvertendo la minaccia ed il pericolo, la vagina della ragazza mozza il pene del malcapitato. Da qui prende il via il percorso di Dawn tra sorpresa, paura, ricerche su internet e visite ginecologiche finite male, ed il tutto la porterà alla fine ad un’autentica presa di coscienza della propria diversità, intesa però come mezzo punitivo da sfruttare.
Leggero nei toni e nello svolgimento, Denti non risparmia qualche elemento sanguinolento, nella fattispecie le castrazioni e le dita mozzate del povero ginecologo, ma il clima complessivo è da commedia nera, non da horror, in quanto non ha nelle sue corde pathos e tensione di alcun genere. Il focus del film è interamente incentrato su Dawn, sebbene non venga approfondito più di tanto il suo stato emotivo dopo la scoperta della sua condizione, e vive più sulle percezioni della ragazza, sui suoi sogni e le sue molte paure, piuttosto che sulla trama e sugli eventi, piuttosto frammentari e più che altro volti a mostrare come si evolva il suo rapportarsi con il suo status.
Un particolare, che magari non ha reale importanza: nel corso della pellicola, vengono più volte inquadrate le torri di una centrale nucleare, immerse nella natura e totalmente fuori luogo nel contesto di un paesino tranquillo, che appare quasi immoto, dove il tempo non scorre mai. L’idea potrebbe essere quella di offrire una sorta di parallelismo con la situazione di Dawn, con la sua anomalia.
In definitiva, Denti non regala grosse emozioni, ma rimane tuttavia un film particolare ed originale, che porta sui grandi schermi per la prima volta, ed anche con una buona dose di coraggio, un tema scottante ma a suo modo simpatico (oltre che potenzialmente ridicolo), ragion per cui merita una visione, quantomeno per togliersi la curiosità.