Il mai nato (2009)

Anno di uscita
2009
Titolo originale
The unborn
Regia
David S. Goyer
Genere
thriller, soprannaturale
Cast
Odette Yustman, Gary Oldman, Cam Gigandet, Meagan Good
Durata
87'
Paese
USA
Voto
4.5

Se non fosse sufficiente il voto che vedete qui sopra, lo metto subito in chiaro: Il Mai Nato non mi è piaciuto affatto. Ecco, ora che abbiamo tolto il dente, possiamo anche spendere qualche parola per spiegare il perchè.

Partiamo dalla sua caratteristica più apprezzabile, ovvero l’aver puntato sul dybbuk, uno spirito maligno appartenente al folklore ebraico. Il dybbuk è l’anima di un defunto che non trova pace e che, una volta scacciato o fuggito dalla Gehenna, cerca una persona per impossessarsi del suo corpo. Tutto questo prosegue fin quando lo spirito non compie ciò che aveva lasciato sospeso in vita. Una volta in pace, tornerà nel regno dei morti. Insomma, è bene o male una sorta di fantasma, con qualche elemento prossimo ai demoni della tradizione cattolica.

Il film è incentrato sulle vicende di una ragazza di nome Casey che assiste ad episodi via via sempre più misteriosi: è perseguitata da incubi e visioni, nei quali compaiono spesso feti o un bambino che le dice strane frasi a proposito di un certo Jumby che intende nascere adesso. Un occhio prende a cambiarle colore, e dopo alcuni esami oculistici e genetici viene a sapere dal padre la verità sulla sua nascita e sulla morte di sua madre. Il suo gemello era morto durante la gestazione, strangolato dal cordone ombelicale di Casey. Ancora non erano stati decisi i loro nomi, ma i genitori avevano soprannominato il maschio Jumby. In seguito al parto, la madre era stata ricoverata in un ospedale psichiatrico e si era suicidata. Casey, cercando tra le cose lasciate dalla donna, rintraccia una pista che la porta dritta dritta nel cuore dell’incubo.

Questo, perlomeno, era l’intento di David S. Goyer, già sceneggiatore della saga di Blade e de Il Cavaliere Oscuro. Peccato che la cosa non funzioni, a causa di una molteplicità di fattori. Un primo difetto è da imputare alla lentezza della pellicola, che a tratti genera una sonnolenza pressoché irresistibile. Motivi? Storia opaca, sviluppata a partire da pochi elementi ed in un alternarsi di sequenze che vanno dal banal/quotidiano della chat via internet al banal/scontato/visto/rivisto di situazioni abusate in campo horror. Dulcis in fundo, ci sorbiamo pure un bell’esorcismo conclusivo ed una sequenza finale da strapparsi i capelli per quanto era prevedibile. Inoltre, la sceneggiatura presenta difetti qua e là, nei tempi, nell’inesistente caratterizzazione dei personaggi, nella presenza/assenza inspiegabile di alcuni di essi (che fine fa il ragazzo di Casey per tutta la parte centrale del film? E suo padre?). E poi, vogliamo parlare della locandina del film? Pietà, oh, pietà!

Il mai nato (2009)
Voto del redattore
4.5
Voto dei lettori0 Votes
0
4.5
  1. Ahaha, e forse la locandina era la cosa più passabile!
    Troppo, troppo banale e confuso.
    Quoto Luca:
    [(che fine fa il ragazzo di Casey per tutta la parte centrale del film? E suo padre?). ]
    domanda che ci ponevamo tutti durante la visione.
    Bah, mi aspettavo chissà che.
    Saluti!

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