Kill Bill nacque sul set di Pulp Fiction, ad opera delle menti di Quentin Tarantino e di Uma Thurman. Solo diversi anni dopo il copione è stato ripreso in mano per realizzare effettivamente il film, per il quale Tarantino, che si occupò personalmente della regia, volle fortemente la stessa Thurman nelle vesti della protagonista, nonostante la gravidanza che fece tardare i lavori.
Probabilmente è inutile presentare con dovizia di particolari un regista ed una pellicola sicuramente noti anche al grande pubblico, ma per non sottrarci ai doveri dei bravi redattori ricordiamo che la vicenda narrata riguarda la vendetta di una donna che, il giorno del proprio matrimonio, subisce un attentato in chiesa, ad opera di una sorta di squadra della morte. Tale attentato porterà all’uccisione di tutti gli invitati, sposo compreso, ed avrebbe dovuto portare anche alla sua, di morte. Ma invece riesce miracolosamente a salvarsi nonostante una pallottola in testa, e si risveglia dopo quattro anni di coma con in mente un obiettivo molto chiaro: vendicarsi di chi l’ha privata di tutto, bambino che portava in grembo incluso. Il primo a subire la sua ira è un infermiere che, nel corso degli anni del suo coma, ha racimolato un bel mucchio di quattrini permettendo ad alcuni uomini di fare sesso con la Sposa imbrattata di sangue, nome col quale per tutto il film ci si riferisce alla donna, interpretata proprio da una viscerale e spietata Thurman.
Il film, inizialmente girato da Tarantino come pezzo unico ma successivamente diviso in due a causa dell’eccessiva lunghezza e del suo deciso rifiuto a tagliare delle sequenze, è composto da cinque capitoli, disposti in ordine non cronologico. Potremmo riordinare gli eventi in questo modo spiccio, senza rivelare troppo: una volta fuggita dall’ospedale, la Sposa redige una lista delle cinque persone responsabili dell’eccidio del giorno del suo matrimonio, ed uccide le prime due. Kill Bill vol. 1, sebbene come detto andrebbe considerato come un tutt’uno col secondo volume, ha in realtà una cifra stilistica propria, diversa dalla parte successiva: infatti, questo primo volume è un palese omaggio al cinema orientale ed alle atmosfere dei film di kung-fu, a partire dall’ambientazione per proseguire col taglio della storia e con le lunghe sequenze action e di combattimento dell’ultimo capitolo.
La pellicola è girata con sapienza notevole, ed ha degli intermezzi grottescamente poetici, come la narrazione dell’infanzia, l’adolescenza e la salita al potere di O-Ren Ishii realizzata a mo’ di anime, o il confronto finale tra la sposa e la stessa O-Ren nel giardino d’inverno. Su queste pagine Kill Bill può stare per via di una quantità impressionante di sangue, che pervade letteralmente l’intera pellicola. Non vi basta come giustificazione? Tanto sangue, un bel po’ di morti cruente, un gran bel film basato sull’odio e sulla vendetta. Su, ci sta proprio bene.