Questo film è un esempio lampante del motivo per cui amo così tanto l’horror. Un genere che travalica e ingloba tutti i generi, che rompe le regole e che non si prende mai troppo sul serio. In Tucker & Dale vs. Evil possiamo assistere ad un autentico omaggio al cinema di genere, agli slasher, ai comportamenti stereotipati, ai personaggi dal doppio volto classici del filone, ma il tono di fondo è quello goliardico e leggero di una commedia. Incredibile ma vero, il miscuglio di generi ed elementi dà un risultato per alcuni tratti addirittura entusiasmante.
Un gruppo di ragazzi decide di andare a trascorrere qualche giorno di vacanza in campeggio in West Virginia. Alt! Un gruppo di ragazzi che se ne va nel bel mezzo del nulla? Dai, non venite a dirmi che i cellulari non prendono nemmeno, isolandoli totalmente dal resto del mondo. Ebbene si, nell’anno del Signore 2013 ancora si parte da questi presupposti per dare il via agli slasher movies. Se potete, non partite prevenuti, perché ciò che di buono il film ha da offrire è ben in là da venire. Nel corso del viaggio, i nostri eroi si imbattono in una coppia di uomini che li osservano in maniera inquietante. Uno di essi, in carne e con barba lunga, si avvicina alle ragazze del gruppo mentre sono fermi ad una stazione di servizio, con una falce in mano. Wow, tutti i soliti elementi per delineare subito la fisionomia e psicologia dei serial killer. No, sbagliato.
Quello che sin da subito si evince è che la narrazione avverrà da due punti di vista: quello dei ragazzi, che vivono i primi contatti con Tucker e Dale in maniera sospettosa, e quello dei due amici, uomini assai impacciati nei rapporti sociali, quasi dei bambinoni. Questi ultimi sono diretti ad una baita in legno che Tucker ha acquistato e che intendono rimettere in sesto per trascorrerci insieme le vacanze, e ovviamente il tutto a poche centinaia di metri dal posto in cui i ragazzi stabiliranno il loro camping. Durante la prima notte, i giovani fanno il bagno in un vicino laghetto, mentre Tucker e Dale si dedicano placidamente alla pesca. In quello stesso momento Allison, ragazza particolarmente avvenente, si sta spogliando per tuffarsi, ma Dale si lascia sfuggire un urlo di imbarazzo che la spaventa al punto da farle perdere l’equilibrio. L’uomo si tuffa per salvarla e portarla sulla barca, dopodiché cercano di attirare l’attenzione degli amici della ragazza, che invece scappano via terrorizzati, convinti che la stiano rapendo. Come se non bastasse, una di loro dirà di aver visto uno dei presunti rapitori mangiarle la faccia.
In realtà, i due non vogliono far altro che prendersi cura della ragazza e attendere che i suoi amici vengano a recuperarla. Ma quando questi ultimi provano ad avvicinarsi di nascosto alla baita, succede il primo patatrac: Tucker è alle prese col taglio della legna, ma nel segarla porta alla luce un nido di vespe che lo induce alla fuga, con tanto di motosega accesa, e chiaramente in direzione dei ragazzi! Uno di loro morirà accidentalmente nella fuga, dando ulteriore spinta ai giovani di credere nelle cattive intenzioni di Tucker e Dale. Il secondo assalto alla baita è addirittura esilarante e mi ha strappato un sacco di risate, per cui non vi anticiperò nulla. Ancora, sarà assurdo l’arrivo di un poliziotto, che li trova alle prese con un corpo segato a metà. La spiegazione di Tucker, che paradossalmente non è altro che la realtà dei fatti, è un qualcosa del tipo: “Agente, abbiamo avuto una giornata problematica. Stavamo facendo le nostre cose quando questi ragazzi del college hanno iniziato a suicidarsi nella nostra proprietà”. Adorabile.
Le dinamiche delle incomprensioni proseguono per 2/3 del film, dopodiché verranno chiarite le cose quando ormai Chad, ragazzo particolarmente eccitato da quella che considera una competizione, andrà fuori di testa e farà di tutto pur di eliminare gli uomini. In una sarabanda di incidenti assurdi, azioni scellerate ed ingenuità, la vicenda regala divertimento a più non posso ed una coppia di personaggi fenomenale. A ciò si aggiungono le molteplici citazioni sparse dappertutto e che riprendono tutti i capisaldi del genere: Venerdì 13, Non Aprite Quella Porta, REC, tanto per citarne alcuni. Il gusto, la comicità e l’originalità sono i punti di forza di un film che non ha dalla sua – per ovvi motivi – momenti nemmeno vagamente spaventosi. Ma credetemi, mai come in questo caso non se ne sente la mancanza. Nel momento in cui scriviamo, il film non è ancora stato distribuito in Italia e questo è un peccato. Non posso che incoraggiarvi a fare il possibile per vederlo, si tratta di un altro grande omaggio al cinema horror in chiave parodistica ma appassionata.