Ispirato ad un racconto popolare intitolato Janghwa Honghreyon-jon, Two Sisters è una produzione sudcoreana caratterizzata da una trama non banale e dal tipico incedere degli horror psicologici orientali, lento fino all’esasperazione e claustrofobico.
Il film si apre con una ragazza, Su-Mi, ricoverata in un ospedale psichiatrico, e da lì prende il via il racconto di ciò che è accaduto alla ragazza ed a sua sorella Su-Yeong. Si assiste al loro rientro a casa, dove vengono accolte dalla matrigna e dal loro padre. Sin dalle prime battute, oltre ad un evidente astio tra le ragazze e la nuova compagna del padre, è possibile evidenziare dei comportamenti singolari da parte dei personaggi, spesso impalati e silenziosi anche quando sollecitati. L’atmosfera nella casa è tesa, e non può che peggiorare via via che iniziano anche degli incubi da parte delle due ragazze e delle fugaci apparizioni di una minacciosa figura femminile.
L’intreccio che si determina nella parte conclusiva del film è ingarbugliato e per diversi aspetti inestricabile: alcune cose vengono rivelate chiaramente, altre vengono sottintese lasciando tuttavia spazio per una certa mole di dubbi e di avvenimenti inspiegabili. Per non rovinare i colpi di scena e le rivelazioni che costituiscono il fulcro della trama, si eviterà ogni tipo di spoiler, ma l’invito è quello di seguire il film con la massima attenzione per cercare di cogliere anche i dettagli più sfuggenti.
Come si diceva all’inizio, Two Sisters non si allontana dai tipici canoni ritmici e stilistici del cinema horror di stampo orientale, ma riesce in qualche modo a tener desta l’attenzione dello spettatore nonostante una durata sostanziosa e diversi spezzoni privi di qualsiasi forma di dialogo ed interazione tra i personaggi. Forte di una vicenda interessante, Ji-woon Kiminciampa in una sceneggiatura non impeccabile, che lascia scoperti alcuni aspetti della trama e che non riesce a dare la giusta enfasi alla parte conclusiva, quella che avrebbe dovuto dipanare tutti i fili intessuti nel corso del film. Ciò inevitabilmente non depone a favore dell’economia del film, dal momento che si giunge ai titoli di coda con la fastidiosa sensazione che qualcosa sia stato lasciato in sospeso. Peccato, perchè il potenziale per realizzare un prodotto di notevole qualità c’era, e la realizzazione nella sua interezza è senza dubbio soddisfacente.
In definitiva, Two Sisters rappresenta una gradevole variazione sul tema degli horror psicologici, giocata sui disturbi mentali e gli stati allucinatori, e già questo è un motivo sufficiente per procurarselo e guardarlo.
Nota: nel 2009 è uscito un remake del film, dal titolo The Uninvited.