Appena letto il titolo del film di cui ci occupiamo quest’oggi, la mia mente è automaticamente volata ai classici film horror a sfondo medico, sulla scia di Re-Animator, The Dentist, Creep. Quando si parla di anatomia è facile accostare l’idea di un corpo morto, di sezionamenti ed asportazione di tessuti, ingredienti che in partenza potrebbero dar vita ad uno splatter, nemmeno a dirlo, chirurgico negli intenti e nello svolgimento. Ed invece Ruzowitzky, autore della sceneggiatura e regista della pellicola in esame, prova ad andare un po’ oltre, inserendo all’interno della vicenda elementi non propriamente banali.
I protagonisti del film sono un gruppo di brillanti studenti di medicina che, in quanto vincitori di concorsi presso le loro università, ottengono il privilegio di poter seguire un corso estivo presso l’università di Heidelberg. In particolare, il focus sarà incentrato su Paula, inquadrata e razionale, e Gretchen, vistosa ed apparentemente più interessata ai corpi maschili vivi che non a quelli morti. Lo sblocco emotivo della vicenda avverrà nel momento in cui sul tavolo da lavoro le due ragazze vedranno il corpo di un ragazzo conosciuto in precedenza, evento che innescherà la curiosità di Paula e di capire cosa gli sia accaduto. Tutto questo farà scivolare il film nel più classico filone delle indagini volte a scoprire orribili esperimenti ed i tentativi minacciosi di tenere tutto nascosto, condendo il tutto con qualche elemento di sesso adolescenziale – evidentemente fuori luogo vista l’età dei protagonisti – ed un paio di personaggi sopra le righe per atteggiamenti psicotici – la già citata Gretchen ed Hein, uno dei suoi amanti.
Raccontata così, la trama potrebbe apparire poco più di una scusa per mostrare qualche cadavere, un paio di autopsie, e magari delle tette. Invece di dissezioni e di nudi femminili non se ne vedono. Il focus di Ruzowitzky è spostato verso il lato mistery, quello legato alla curiosità di Paula ed alle sue indagini che la porteranno sulle tracce di una loggia non ortodossa della medicina, quella degli anti ippocratici, i quali sono esclusivamente orientati alla ricerca medica anche a dispetto del giuramento di Ippocrate che impone a chi si fregia del titolo di medico di dover aiutare e guarire i pazienti. Gli appartenenti alla loggia non si pongono invece una serie di problemi etici, prelevando campioni a malati terminali senza permesso e concedendosi anche qualche sacrificio in nome della scienza e della ricerca.
Dove tuttavia Anatomy finisce per perdere colpi sono proprio le situazioni più semplici ed i dialoghi, aspetti che fanno calare in maniera importante la tensione che, invece, è generata discretamente nelle fasi cariche di pathos ed ansia, seppur con quel tocco gelido abbastanza tipico degli horror tedeschi. Un maggior livello di dettaglio e di approfondimento avrebbe potuto garantire una maggior partecipazione emotiva, cosa quasi del tutto assente e che è favorita anche dall’eccessiva attenzione su Paula, presente praticamente in ogni scena del film e che finisce per cannibalizzare la pellicola. Difetti insomma ce ne sono, qualche personaggio è realmente eccessivo e si sprecano i cliché degli horror. Tuttavia, va apprezzata la scelta di dare un tocco di mistery sufficientemente intrigante da poter dar vita addirittura a qualche romanzo o libro ucronico.