Vanishing on 7th street (2010)

Anno di uscita
2010
Titolo originale
Vanishing on 7th street
Regia
Brad Anderson
Genere
thriller, soprannaturale
Cast
Hayden Christensen, John Leguizamo, Thandie Newton, Jacob Latimore
Durata
91'
Paese
USA
Voto
5

Da Brad Anderson, dopo la sorprendente chicca rappresentata da Session 9, mi attendevo molto. Si sa, partire con aspettative elevate spesso è il modo migliore per rimanere delusi ed il caso in esame, purtroppo, non fa eccezione. Attesa troppo alta o film mediocre? Propendo per la seconda ipotesi, ma prima di entrare nel dettaglio dei giudizi, vediamo di cosa parla questo Vanishing On 7th Street.

Il punto di partenza della pellicola è intrigante: a Detroit un blackout dell’energia elettrica porta alla completa sparizione dell’intera popolazione, della quale restano solo gli abiti che indossavano al momento della loro scomparsa. E’ come se i loro corsi si smaterializzassero, facendo sì che i vestiti cadano a terra, ormai vuoti. Tale sorte non tocca ad un manipolo di superstiti, che riescono a salvarsi in virtù di fortuite coincidenze: Paul, proiezionista in un cinema, ha una torcia con sé; la fisioterapista Rosemary ha un accendino, mentre il reporter televisivo Luke sta dormendo circondato da candele. Vagando per la città, i tre si incontrano in un bar illuminato per via di un generatore, e che per loro è l’unico rifugio possibile. Lì incontrano un ragazzino di nome James e provano a sopravvivere ed a programmare una fuga. Nel frattempo le giornate diventano sempre più corte e le notti lunghissime e minacciose, mentre il generatore inizia ad esaurire la sua energia rendendo indispensabile una soluzione.

L’inizio della pellicola è particolarmente promettente, per via di un’idea dotata di un buon grado di interesse per lo spettatore. La curiosità viene stuzzicata e la voglia di capire cosa accadrà ed in che modo si svilupperà la vicenda. Eppure, nonostante il buon impatto iniziale, pian piano l’entusiasmo scema per trasformarsi, col passare dei minuti in vera e propria noia, corredata da plateali sbadigli. Dal punto di vista registico Anderson conferma i suoi ritmi bassi ed i pochi movimenti di camera, stile che ben si adatta alle atmosfere notturne e cariche di ombre che fanno da perno all’intero svolgimento del film. Quel che invece si perde completamente è la profondità ed il pathos, con personaggi vuotissimi nei confronti di quale non si viene a creare il minimo contatto emotivo. La trama stessa, al di là dello spunto di partenza, non si sviluppa mai e rimane una sorta di pretesto per bloccare in un luogo chiuso ed in un mondo desolato i protagonisti, senza però dar adito ad una spiegazione, ad un arricchimento, ad elementi che espandano il focus della vicenda o che facciano in modo che si vada in una direzione ben precisa. Tutto è lasciato un po’ così, per la serie: “Abbiamo avuto un’idea figa, partiamo da lì e poi vediamo che succede”. Ecco, non succede un bel niente, solo tanta noia ed un prodotto complessivamente mediocre, non adatto nemmeno ad una sonnolenta domenica sera di fine estate.

Vanishing on 7th street (2010)
Voto del redattore
5
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5