Durante il viaggio di ritorno dell’astronave da trasporto Nostromo, il computer principale riceve un segnale di soccorso dal satellite di un pianeta alieno. L’equipaggio, composto da sette persone, viene risvegliato dall’ibernazione, poiché le direttive erano quelle di dare la priorità alle forme di contatto con altre civiltà intelligenti. Viene presa la decisione di atterrare per indagare sulle origini del misterioso segnale. A scendere sono Dallas, Kane e Lambert, mentre gli altri membri dell’equipaggio rimangono a bordo per riparare i danni conseguenti al rovinoso atterraggio. Il gruppo in esplorazione scopre che il segnale è emesso da quel che sembra un relitto alieno, all’interno del quale trovano un grosso scheletro con uno squarcio nel petto e delle uova. Da una di queste fuoriesce un parassita che si avventa sul casco di Kane, perforandolo ed attaccandosi ala sua faccia.
È così che inizia l’epopea di Alien, film caposaldo di due interi filoni: la fantascienza e l’horror. Ridley Scott dirige con classe innata un film tesissimo e claustrofobico, che rovescia l’origine del terrore alieno: esso proviene dall’interno, dal ventre umano, all’interno del quale il parassita alieno è in grado di iniettare il seme che si sviluppa per poi squarciare l’addome, in un folle e sanguinolento parto innaturale. Il neonato riesce ad allontanarsi dallo sbigottito equipaggio, ed inizierà la caccia alla creatura, un terribile quanto perfetto predatore, del quale tutto è sconosciuto, inclusi i punti deboli.
Il primo contatto con l’alieno lo avrà suo malgrado Brett, che scoprirà, nei pochi attimi che intercorrono tra la visione del mostruoso predatore e la propria morte, che in un brevissimo lasso di tempo l’alieno è cresciuto per diventare alto oltre due metri. I tentativi di eliminarlo sono complicati dal fatto che ha scelto come proprio rifugio i condotti dell’aerazione, la cui esplorazione da parte di Dallas provocherà un’altra inevitabile morte.
Nel frattempo, Ellen Ripley mentre interagisce col computer Mother scopre che è stato incaricato dalla non meglio specificata “compagnia” di portare a bordo l’alieno e di proteggerlo, al fine di portarlo sano e salvo sulla Terra. Si renderà dunque conto che sono necessarie misure estreme e potenzialmente dolorose onde evitare che quell’inarrestabile creatura possa spargere sangue una volta atterrato.
I punti di forza del film sono talmente tanti che è quasi inutile elencarli: l’ambientazione dello spazio crea un senso di impotenza e di assenza di qualsiasi forma di forza e protezione; il contatto con una forma aliena ignota genera da subito il terrore dettato dal non sapere come comportarsi, come arginare la sua diffusione e come salvarsi dalla minaccia che essa porta; infine, la vicenda ambientata quasi per intero sull’astronave dà modo di creare un contesto claustrofobico ed ossessivo, fatto di corridoi metallici e bui, di asetticità. Una prigione nello spazio profondo, mentre si è braccati da una creatura aliena apparentemente creata per uccidere, un predatore perfetto che per caratterizzazione ed aspetto è rimasto, giustamente, nelle menti e negli occhi di milioni di persone.