Isolation – La fattoria del terrore (2005)

Anno di uscita
2005
Titolo originale
Isolation
Regia
Billy O'Brien
Genere
contagio, animali assassini
Cast
Essie Davis, Marcel Iures, John Lynch, Ruth Negga
Durata
90'
Paese
Irlanda
Voto
5

Di pellicole provenienti dall’Irlanda, finora, non me ne sono capitate molte. Anzi, a giudicare dalle recensioni presenti in archivio, direi soltanto una, vale a dire la non entusiasmante Shrooms – Trip Senza Ritorno. E chi è Billy O’Brien per convincermi che in realtà gli irlandesi sono dei maestri del cinema dell’orrore? La risposta l’avete immaginata tutti nel momento in cui avete letto il nome e, giustamente, non vi ha detto nulla. Tuttavia, una chance la si concede a tutti ed ogni film che capita sotto mano va trattato con la medesima cura ed attenzione, ragion per cui sgattaioliamo in questa fattoria e cerchiamo di capire cosa diavolo sta accadendo di così terribile.

Isolation è legato al tema degli esperimenti genetici volti a fecondare artificialmente gli animali in modo da aumentare la natalità e la velocità della crescita. Tali prove vengono effettuate da un tale di nome John presso la fattoria di Dan, un povero e perennemente triste allevatore di bovini. Durante una visita di controllo da parte di una veterinaria ad una mucca incinta (per inciso, scopro per la prima volta quali siano o fossero i metodi, piuttosto rustici e pittoreschi), la donna ricava una ferita al dito, a suo dire dovuto ad un morso, che John archivia come contrazione muscolare dell’animale. Al momento del parto, tuttavia, viene allo scoperto l’orrendo risultato degli esperimenti svolti: la neonata vitellina viene abbattuta per eccesso di aggressività e durante l’autopsia emergono dei feti contenenti creature oscene, con degli esoscheletri e già capaci di muoversi ed aggredire nonostante le piccole dimensioni. Si scoprirà che si tratta di organismi parassitari che si nutrono del corpo ospite per poi uscire e continuare la caccia, il tutto accompagnato da un elevatissimo ritmo di crescita. Mucche modificate geneticamente con esoscheletro e con tendenze parassitarie? Ebbene si, avete centrato alla perfezione il concetto terrificante che sta alla base della trama del film, a voi giudicare se interessante o meno.

Il taglio dell’opera è serio, quindi ben lontano dai toni parodistici o da black comedy – si pensi a Black Sheep ed alle sue favolose pecore mannare – e ciò diventa un motivo di debolezza della pellicola, in quanto non sorretta da una trama solida. Infatti, oltre ad un abbozzo quasi imbarazzante dei personaggi e delle loro relazioni interpersonali, inizialmente tenute in alta considerazione ma poi mai più riprese, spiegate, giustificate o approfondite, Isolation crolla sotto il peso di uno sviluppo prevedibile e della mancanza di effettivo coinvolgimento, aspetto che limita di molto l’impatto che alcune buone sequenze hanno. Queste ultime si segnalano in particolar modo in alcune fasi caratterizzate da un livello di tensione che O’Brien è bravo a ricreare con delle inquadrature strettissime e con un montaggio rapido ed accompagnato da colonna sonora minimale e capace di dettare il tempo del respiro. Il merito in questo caso è totalmente del regista, visto che le sequenze dal punto di vista del contenuto non erano tali da giustificare un alto livello di agitazione, quindi lode alle buone qualità espresse. Tuttavia, il livello di recitazione bassino, un doppiaggio penoso ed una trama troppo tirata via e scopiazzata a destra e a manca fanno sì che Isolation non riesca ad evidenziarsi per alcun elemento tale da giustificare il tempo da dedicargli per una visione.

Isolation – La fattoria del terrore (2005)
Voto del redattore
5
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