La madre (2013)

Anno di uscita
2013
Titolo originale
Mama
Regia
Andrés Muschietti
Genere
fantasmi
Cast
Jessica Chastain, Nikolaj Coster-Waldau, Megan Charpentier, Isabelle Nélisse
Durata
100'
Paese
Canada/Spagna
Voto
6.5

Un uomo uccide la moglie e si dà ad una fuga folle e disperata assieme alle due figlie. La strada è innevata, l’auto sbanda e finisce fuori dalla carreggiata, nei pressi di un bosco. Alla ricerca di aiuto, la famiglia trova rifugio in una baita abbandonata, dove l’uomo sfoga la sua disperazione e programma di uccidere le figlie e farla finita. Ma mentre sta per sparare a Victoria, la maggiore, un’entità paranormale lo afferra, sollevandolo in aria e uccidendolo. Passano cinque anni, e delle bambine non si è saputo più nulla.

La Madre è una produzione ispano/canadese diretta da Andrés Muschietti, regista messosi in luce col cortometraggio Mamà che, forte della positiva accoglienza, è stato sviluppato nel lungometraggio di cui ci occupiamo oggi. Luke, il fratello dell’uomo protagonista del prologo, è ossessionato dalla scomparsa delle sue nipoti e non ha ancora rinunciato a ritrovarle. Ma quando ci riuscirà, le bambine non si porteranno dietro soltanto il disagio emotivo e sociale dell’aver vissuto in uno stato totalmente selvaggio per anni, ma anche qualcosa di ben più inquietante…

Muovendosi sui binari di una storia di fantasmi, La Madre mette in gioco temi delicati: il riadattamento alla vita sociale, le sedute di ipnosi per ricostruire gli anni di buio, il tentativo da parte di una coppia di prendersi cura di due bambine così difficili. Se Victoria comunica e inizia a provare man mano anche sentimenti positivi, Lily rimane pressoché ingestibile e ossessionata dalla madre, misteriosa figura con la quale le bambine hanno sviluppato un legame nel corso degli anni trascorsi in solitudine e che continua a manifestarsi anche nella casa dove sono state trasferite. La presenza è protettiva, addirittura gelosa, tanto che Lily cerca di scoraggiare la sorella maggiore di lasciarsi andare con Annabel, la compagna dello zio Luke. In un crescendo di scoperte sul passato della misteriosa figura, si giungerà al drammatico e toccante finale, molto più umano di quanto ci si potesse attendere.

La pellicola si mette in evidenza, sin dalle primissime sequenze, per una qualità registica piuttosto alta: Muschietti dimostra non solo una valida tecnica nei movimenti di macchina, ma gode anche del supporto di uno storyboard convincente e di una gran bella fotografia, tanto che ogni singolo fotogramma diventa un piacere visivo. La trama, sebbene non originalissima, parte bene e lo sviluppo segue un flusso coerente fino al finale, eppure ha un difetto capitale: non approfondisce alcuni aspetti, sia della vicenda sia del passato, che sarebbero risultati fondamentali sia per una migliore comprensione delle motivazioni, sia per arricchire un canovaccio ben impostato. I personaggi principali sono sufficientemente vividi e credibili, pennellati con pochi tratti precisi e sufficienti: Luke, il Jaime Lannister de Il Trono Di Spade, e soprattutto Annabel, la sempre più brava Jessica Chastain, rendono bene i loro personaggi, anch’essi non particolarmente approfonditi ma funzionali. Cosa manca, insomma? La storia della madre fallisce parzialmente il suo obiettivo: attraverso le indagini dello psichiatra e quelle di Luke, veniamo a scoprire i dettagli sull’identità del fantasma che si è preso cura delle bambine per cinque anni, legandosi a loro in maniera ossessiva. Tuttavia, a parte la sua tragica fine, non abbiamo elementi per comprendere a fondo le sue motivazioni, rendendo il finale, pur nella sua forza visiva ed emotiva, un po’ fine a sé stesso.

Altro aspetto discutibile è la resa estetica della creatura: realizzata con colori smorti, ha un aspetto ben poco umano, con un volto lunghissimo e irregolare, e nelle sequenze più tese in cui aggredisce e terrorizza, si muove in una maniera che ricorda pericolosamente da vicino L’Esorcista, per giunta senza una motivazione apparente, uscendo anche in maniera piuttosto netta dalla cifra stilistica del film. Fanno storcere il naso alcuni passaggi troppo ancorati al genere – le esplorazioni notturne di luoghi isolati, delle quali ormai ne abbiamo abbastanza – ma la somma delle critiche al film non faccia pensare che La Madre sia mediocre o addirittura peggio. La realtà è che, a meno di qualche peccato perdonabile, i cento minuti scorrono in maniera fluida e si crea empatia con i personaggi e la situazione. Inoltre, è un’esperienza visiva di alto profilo.

La madre (2013)
Voto del redattore
6.5
Voto dei lettori0 voto
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6.5