Saw V (2008)

Anno di uscita
2008
Titolo originale
Saw V
Regia
David Hackl
Genere
thriller, torture porn
Cast
Tobin Bell, Costas Mandylor, Scott Patterson, Betsy Russell
Durata
94'
Paese
USA
Voto
6

Gli auspici per questo film non erano dei migliori: l’abbandono di Bousman, la scadente sceneggiatura del quarto e la piega presa dalla vicenda lasciava presagire un film del tutto inutile o di poco conto.

Alla regia stavolta c’è David Hackl, già impegnato nei precedenti tre film, nei quali ha ricoperto il ruolo di direttore della seconda unità e di production designer, mentre la storia è stata scritta dagli stessi autori di Saw IVMelton e Dunstan.

Come ormai è tradizione, il film si apre con un uomo alle prese con una trappola mortale, senza via di scampo, cosa che lascia subito intendere che non si tratta di una creazione dell’enigmista. E ciò dovrebbe essere anche ovvio, considerando il fatto che è morto due film fa, ma ormai il tutto viene giocato sui flashback. Sostanzialmente, la strada che hanno deciso di dare alla saga è quella di un appuntamento annuale e di una caratterizzazione da autentico serial.

I filoni fondamentali di questo nuovo corso sono: un percorso, per una o più persone, composto da una serie di stanze, ciascuna delle quali caratterizzata da una prova da superare; i flashback sulla vita di Jigsaw e sui metodi usati per compiere le azioni cui abbiamo assistito nei primi film; qualche spunto nel presente per poter mandare avanti la trama, con pochissimi elementi disseminati in ciascun film. Insomma, a livello di contenuto c’è sempre meno, l’attenzione maggiore è posta sulla creazione di situazioni e trappole sempre più interessanti ed estreme, e nel contempo si cerca di incastrare nel modo più credibile le rivelazioni sul presente con le azioni passate, creando un mosaico artificioso, poiché ovviamente non era stato concepito così, ma sono solo delle aggiunte al plot di cui in buona parte si potrebbe fare tranquillamente a meno.

La trama di Saw V potrebbe essere riassunta in pochissime righe, escludendo tutto il materiale extra di contorno: Hoffman, che alla fine del quarto si era rivelato essere un complice dell’enigmista, è considerato un eroe, in quanto unico superstite del dramma avvenuto nella Gideon (Saw IV) e salvatore della bimba rinchiusa di cui Jigsaw parla a Jeff, suo padre, alla fine di Saw III. Tuttavia l’agente Strahm, dopo essersi salvato da una trappola mortale praticando una tracheotomia di fortuna, nutre dei sospetti nei suoi confronti, ed inizia a raccogliere prove che lo portano alla certezza che Hoffman in passato ha utilizzato i metodi dell’enigmista per vendicare la morte della sorella. A quel punto si scopre che Jigsaw ha rapito Hoffman e gli ha offerto l’opportunità di essere suo complice, e si viene a scoprire che è stato proprio Hoffman ad aiutarlo per catturare delle persone e per organizzare alcuni dei giochi, ad esempio quello di Saw II. Il tragico finale, tuttavia, porterà Hoffman a salvarsi e ad uscirne senza macchia e senza sospetti sul suo conto. L’altro elemento che viene inserito in Saw V e che potrebbe avere sviluppi è la consegna di una scatola alla vedova dell’enigmista, una scatola che egli stesso le lascia: alla vista del contenuto, la moglie la porta via con sé, e nient’altro viene rivelato.

In soldoni, è questo lo sviluppo della trama, un qualcosa che puzza di pretesto per portare avanti la saga. Il tutto viene ovviamente arricchito da un gioco, organizzato da Jigsaw prima della sua morte e messo in atto da Hoffman (le istruzioni sono contenute nel nastro che viene ritrovato nello stomaco dell’enigmista, durante l’autopsia vista nel quarto): cinque persone devono superare indenni una serie di stanze, ed in ciascuna di esse possono collaborare per andare avanti e salvarsi tutti, o sacrificare la vita di uno di loro per facilitarsi il compito e diminuire la propria sofferenza. Ovviamente la loro brama ed il loro egoismo li porterà ad annientarsi a vicenda, non permettendo a nessuno di salvarsi.

Va detto come le trappole ed i giochi di Saw V siano con buona probabilità i migliori dell’intera serie: fantasiosi, cruenti, crudeli, claustrofobici, alcuni agghiaccianti, hanno il pregio di creare ansia ed agitazione nello spettatore. Certo, ormai sembra tutto un pretesto per mettere in risalto queste nuove creazioni e questi strumenti di tortura e sofferenza, ma hanno il loro effetto.

Hackl è autore di una prova diligente, che si discosta dallo stile di Wan e di Bousman: il suo infatti è uno stile più asciutto, più classico, privo del taglio moderno e delle velocizzazioni presenti nei precedenti capitoli della serie, ed in alcuni casi rende ancora più efficaci alcune sequenze. Una prova di mestiere e senza spunti di interesse particolari dunque, ma perfettamente funzionante. A questo punto, non ci resta che attendere un annetto circa per vedere il sesto episodio di quello che ormai può considerarsi un autentico serial, al quale mi sento di muovere un unico appunto: quello di usare troppi riempitivi nelle ultime due pellicole, con poca narrazione presente e troppi flashback. Tuttavia, Saw V risolleva le sorti di una serie che sembrava essersi inabissata col quarto, ed ancora una volta lascia qualche spunto sufficientemente interessante per attendere il seguito. E per guardare nuove trappole mortali.

Saw V (2008)
Voto del redattore
6
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6