Sharknado (2013)

Anno di uscita
2013
Titolo originale
Sharknado
Regia
Anthony C. Ferrante
Genere
b-movie, catastrofico, animali assassini
Cast
Tara Reid, Ian Ziering, John Heard, Cassie Scerbo
Durata
87'
Paese
USA
Voto
3.5

Un giorno dovrò decidermi a completare la visione della filmografia di Mario Bava e di tanti pezzi di storia del cinema horror. Giuro che lo farò. Se non fosse per la curiosità di andare a pescare prodotti strambi, underground, folli e spesso imbarazzanti. E’ quella che mi frega e mi porta a parlarvi oggi di Sharknado, invece di fare una ricca e profonda disamina di Videodrome. Conscio dei miei limiti, mi accingo a presentarvi quello che senza il minimo dubbio posso considerare il film basato sul concetto più assurdamente ridicolo che mi sia mai capitato.

Molti di voi non saranno sorpresi né cadranno tra le nuvole: di questo film si è parlato tantissimo, in rete, nel corso del 2013 ed è presto diventato un autentico tormentone. Il più classico dei “so bad it’s so good” insomma, trainato dai commenti entusiastici di spettatori divertitissimi e che hanno preso ad inondare i social network di foto, hashtag e commenti sul film, manco fossero squali per le strade di Los Angeles, insomma.

A vincere, in Sharknado, è già il titolo stesso, che dice tutto: tornado di squali. Amen, chiudete tutto, è finita, l’idea del secolo l’hanno già avuta quelli della Asylum e ormai si può solo rincorrere, perché per pensare una cosa peggiore di questa non so veramente chi dovremo chiamare in causa. Siamo in California, in compagnia di un paio di surfer sulla quarantina: nel corso di una uscita in mare, si scatena un temporale al largo che inizia a spingere torme di squali verso la costa. I nostri riescono a raggiungere la spiaggia e si rifugiano nel bar di proprietà di Fin, uno dei due, ma la tempesta incalza, il mare inizia a fare sul serio e dopo non molto uno squalo irrompe all’interno del locale sfondando una vetrata. E’ l’inizio.

Andando con ordine, il concetto alla base del film è qualcosa di questo tipo: un violento uragano si abbatte sulla costa californiana, con piogge e vento che portano il mare ad agitarsi paurosamente e le strade ad allargarsi nel giro di pochissimo tempo. A ciò si aggiunge l’incredibile densità di squali nei pressi della riva, che li porterà in soldoni ad invadere le strade allagate, le fogne, per poi entrare a far parte delle trombe d’aria ed essere portati in giro un po’ ovunque, case comprese. Squali volanti, squali volanti dappertutto.

Insomma, già solo rimanendo al concetto saremmo su lidi coraggiosi, per così dire, ma non è affatto sufficiente a capire il perché questo film sia diventato nel giro di poche settimane un autentico cult del trash. Girato interamente in digitale, con evidenti incollature posticce qua e là, mischia il genere catastrofico con non si sa bene cosa e pure con un po’ di estratti da documentari sugli squali e su autentici disastri naturali. Il tutto viene condito con una recitazione mediocre, dialoghi che falliscono sia quando tentano di alleggerire i toni sia quando vorrebbero essere drammatici e una sceneggiatura stracolma di cose inspiegabili e scelte assurde.

Ma non basta. Sharknado è una fiera di nonsense meravigliosa: si passa dal figlio di Fin (tra l’altro padri e figli sembrano passarsi pochi anni, ma vabbé, questo è il meno) che intende fermare i tornado volando a due centimetri di distanza col suo elicottero e lanciando bombe artigianali al loro interno – e riuscendoci pure! – ad un folle alternarsi di pioggia/non pioggia, allagamenti e strade asciutte, il tutto nel giro di pochissimi secondi. Non si capisce mai di che entità sia la situazione, alcune strade sono sotto un metro e mezzo d’acqua con tanto di quali che nuotano beati, e dieci metri dopo è tutto asciutto. I tornado arrivano ogni tre minuti e i nostri favolosi protagonisti stanno senza troppo patire a poche decine di metri di distanza. A ciò si aggiungono alcuni momenti allucinanti, che vedono in particolare protagonista Fin e, manco a dirlo, alcuni squali provenienti dal cielo (il tutto dopo i bombardamenti a mano del figlio, ovviamente).

Esempi? Uno squalo sta precipitando al suolo dopo che il tornado che lo stava trasportando è stato “abbattuto. Il prode Fin, impugnata la sua sega elettrica, pianta un ginocchio a terra e alza la motosega sopra la testa, segando in due lo squalo. Fa ancora di meglio nel finale, quando si tuffa letteralmente nella bocca di un altro squalo che stava precipitando, senza la minima logica, e alla fine ne esce dal ventre portando con sé la ragazza che era stata inghiottita qualche minuto prima dall’animale. Come sapesse che si trattasse proprio di quello non si sa, comunque sia è un eroe. Ed è eroico l’intero film, veramente. Io so già che non resisterete alla tentazione di vederlo, alla fine è un piacere che bisogna concedersi. Si segnala la presenza di Tara Reid nelle vesti della ex-moglie di Fin, la quale quando sente che il figlio ha intenzione di bombardare i tornado volandoci dentro afferma “No, è troppo pericoloso”, con la faccia di chi vuole intendere “Abbiamo già i biscotti, non comprarne altri”. E tenetevi pronti, pare che nell’estate 2014 arriverà il seguito…

Sharknado (2013)
Voto del redattore
3.5
Voto dei lettori0 Votes
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3.5