The ward – Il reparto (2010)

Anno di uscita
2010
Titolo originale
The ward
Regia
John Carpenter
Genere
thriller, mistero
Cast
Amber Heard, Lyndsy Fonseca, Danielle Panabaker, Jared Harris
Durata
88'
Paese
USA
Voto
6.5

Quasi dieci anni. Non sono uno scherzo, dieci anni. Più o meno tanto è stato il lasso di tempo intercorso tra l’uscita di Fantasmi Da Marte e questo nuovo The Ward. Ed in questo decennio Carpenter è stato uno dei grandi assenti nel panorama horror, specialmente considerando che i grandi maestri come Romero, in parte CravenDario Argento sono stati piuttosto prolifici, ed addirittura abbiamo avuto la fortuna di assistere al ritorno in pompa magna sulle scene truculente da parte di Sam Raimi con Drag Me To Hell. L’esplosione di alcuni nuovi talenti – Eli RothJames WanAlexandre Aja – ha rinvigorito il panorama, ma l’assenza dai grandi schermi di mister John Carpenter si è fatta sentire, e già questa ragione è più che sufficiente per benedire il suo ritorno. Per qualunque neofita del genere, che magari essendosi avvicinato da poco non ha ancora avuto modo di scoprire i suoi lavori, consiglio di leggere le recensioni già pubblicate.

Kristen si ritrova in un ospedale psichiatrico dopo aver dato alle fiamme una fattoria. E’ una ragazza apparentemente normale, eppure viene internata in un reparto in cui sono presenti altre pazienti, tutte donne. Durante la notte avverte una presenza nei corridoi, e tale minaccia si paleserà mentre sta facendo una doccia. Le altre ragazze sembrano nascondere qualcosa, ma nonostante domande dirette non lasciano trapelare granché, ma inizia a farsi largo il nome di una certa Alice Hudson, che parrebbe essere una ex paziente dell’ospedale psichiatrico con qualche conto da saldare…

Raccontata così, la trama del film, scritta da Michael e Shawn Rasmussen, non sembra godere di particolare originalità né motivi di interesse in senso assoluto. Ed in realtà è esattamente così: poca empatia, ritmo che fatica a decollare e vicenda che appare scialba per un buon pezzo della durata complessiva della pellicola. Tuttavia, il fatto che dietro la macchina da presa ci sia un navigato regista che dell’horror ha fatto la sua fortuna, è motivo sufficiente per far sì che alcuni punti di forza vengano inaspettatamente alla ribalta. In particolare, nel corso di due tentativi di fuga da parte di Kristen è possibile percepire una tensione molto alta grazie all’uso della camera, ai piani sequenza nei corridoi, ed alla costante duplice minaccia: da una parte gli infermieri che per forza di cose potrebbero spuntare da un momento all’altro per immobilizzare la ragazza, dall’altro la misteriosa e sovrannaturale minaccia. Momenti carichissimi dunque, resi tale esclusivamente dal talento di Carpenter più che dalla situazione in sé.

Inaspettatamente, però, The Ward riserva il meglio per il finale, con un colpo di scena ad effetto che probabilmente lascia qualche dubbio sullo sviluppo della trama in tutta la fase precedente del film, ma dall’altro lato regala un picco di interesse e curiosità che ormai pareva impossibile suscitare. Ed ancora una volta il tocco di classe di Carpenter regalerà una scena conclusiva che, nella sua semplicità se non addirittura banalità, provocherà un balzo sulla sedia a parecchi di voi.

Il ritorno di Carpenter non è indimenticabile, poco ma sicuro. The Ward fallisce in alcune dinamiche, ha una trama che si trascina per un’oretta e che nell’ultimo quarto d’ora rende tutto fin troppo concitato, oltre a sollevare dubbi sulla coesione e sulla coerenza delle parti. Tuttavia, se dimentichiamo per un attimo i capolavori passati, non si può negare che la realizzazione sia di gran livello: colonna sonora ed effetti azzeccati e d’atmosfera, recitazione discreta, ottima gestione delle luci, e la curiosità di scoprire chi diavolo sia la Alice Hudson che da un certo punto in poi viene nominata con sempre maggiore frequenza. Insomma, gli elementi singoli sono di qualità, impreziositi dalla regia snella, essenziale ed efficacissima ad opera di John Carpenter. Tutto questo non rende il film imperdibile, ma dà la consapevolezza che il maestro dell’horror ha ancora un gusto eccellente nel girare film. Non resta che da attendere che gli venga assegnata una grande sceneggiatura, ed allora ci sarà da divertirsi.

The ward – Il reparto (2010)
Voto del redattore
6.5
Voto dei lettori0 Votes
0
6.5
  1. Uomo, sei stato inclemente 😀 capisco la grandezza delle aspettative, ma secondo me il film merita almeno un voto in più…
    Concordo con te, la trama è il punto debole del film, ma non me ne curo più di tanto…in questi anni ho imparato ad apprezzare il saper dire bene una cosa normale al saper dire in modo normale una cosa stupenda… 😛
    C’è da dire che ero a dir poco terrorizzata all’idea di assistere ad un ritorno del maestro “contaminato” dal modo orrido volgare e tamarro di fare film horror che spopola ai nostri giorni, ed invece per tutto il film ho assaporato con un piacere immenso la sua vecchia classe, la sua eleganza, il suo tocco inconfondibile… questo film indipendentemente dalla trama (che se non avessi visto Identity mi sarebbe piaciuta da morire, ma che purtroppo sa di già visto) è una spanna sopra la maggior parte dei film horror che ho visto negli ultimi anni, per come è girato, per le atmosfere, per la tecnica, per tutto quello che hai detto tu 🙂 non mi ha delusa, per fortuna 🙂
    Veramente, se gli danno una trama che spacca (o meglio se se la scrive lui) ci sarà da ballare!

    1. Mia cara, i tocchi di Carpenter sono indiscutibilmente di classe, l’ho ribadito più e più volte nella recensione perchè fa davvero la differenza con la sua esperienza ed il suo indubbio talento. Ciò non toglie che a tratti la vicenda l’ho trovata stiracchiata, ed inevitabilmente ciò ha tenuto basso il mio coinvolgimento nella storia, ragione principale del voto non alto. Però sul fatto che ‘The Ward’ non abbia il minimo accenno di esagerazioni, tamarrate assortite o banalità, non ci piove minimamente. E siamo d’accordissimo sul fatto che quando John avrà per le mani una sceneggiatura di qualità, sua o meno, potremo realmente avere un gran film da celebrare. Io non aspetto altro. 🙂

  2. Con questo film, Carpenter ha come voluto dire : “Si, lo so anch’io, la sceneggiatura non è niente di che, però sono io, e posso renderla comunque qualcosa di superiore.”

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