Drag me to hell (2009)

Anno di uscita
2009
Titolo originale
Drag me to hell
Regia
Sam Raimi
Genere
grottesco, soprannaturale
Cast
Alison Lohman, Justin Long, Lorna Raver, David Paymer
Durata
99'
Paese
USA
Voto
8.5

Strombazzato ai quattro venti da un battage pubblicitario notevole quanto inevitabile, il ritorno all’horror da parte di Sam Raimi è probabilmente il momento più atteso dell’intera annata cinematografica per ciò che concerne il nostro amato genere.

Per chiunque avesse vissuto finora su Marte o in qualche dimensione parallela, è sufficiente ricordare che il buon Raimi è il regista della trilogia della casa maledetta per eccellenza, composta da tre film dotati di crescente ironia e lucida follia che rispondono al nome di La CasaLa Casa 2 e L’Armata Delle Tenebre. Dopo le esplorazioni di altri generi nella seconda metà degli anni Novanta, Raimi raggiunse la consacrazione ed il successo commerciale grazie alla fortunata saga cinematografica di Spiderman, che ha proiettato il suo nome nell’Olimpo dei registi contemporanei per ciò che riguarda fama e, perchè no, anche spessore del portafogli.

La storia di Drag Me To Hell risale a circa un decennio fa, scritta a quattro mani da Sam e da suo fratello Ivan, e ricalca per diversi aspetti un racconto moralistico, in cui la storia ed il comportamento dei personaggi in causa, in particolar modo della protagonista, vogliono avere una sorta di significato e fornire un insegnamento. In particolare, viene messo in evidenza come la brama di potere e ricchezza possa portare a prendere decisioni sbagliate e lesive nei confronti degli altri, per puro e semplice arrivismo, ed il caso di Christine Brown ne è palese riferimento, anche per la punizione inflittale dalle circostanze. E’ dunque giunto il momento di addentrarci nella trama del film, non prima di aver ricordato che, a differenza del ciclo della casa, non compare né tra i protagonisti né tra le comparse Bruce Campbell, autentico attore feticcio di Raimi.

Christine Brown è una giovane impiegata dell’ufficio prestiti di un grosso istituto di crediti, ed è in lizza per ottenere la promozione a vice-direttore. Il capo le fa presente che per dimostrarsi all’altezza di quel ruolo dovrà sapere prendere anche decisioni dure e difficili, e la possibilità si presenta presto, sotto forma della richiesta di una proroga di rimborso da parte di un’anziana gitana, la signora Ganash. La donna è un personaggio squinternato, con un occhio finto ed una dentiera che toglie e poggia sulla scrivania di Christine. Ispira decadenza e povertà, e la giovane impiegata ritiene che sia l’occasione per dimostrare al capo che non si fa intenerire dalle persone in difficoltà. Per tale motivo, la ragazza rifiuta la richiesta dell’anziana donna, che in tutta risposta si inginocchia implorandola di aiutarla, di non gettarla in mezzo alla strada. Christine, in evidente difficoltà, chiama la sicurezza per allontanare la donna, la quale si rialza in piedi scagliandosi su di lei, dicendole che l’ha umiliata nonostante le avesse chiesto aiuto in ginocchio. La Ganash, tuttavia, non si arrende facilmente, e dopo essere stata allontanata dalle guardie, attende Christine nel parcheggio, dove la aggredisce. Si scatena una colluttazione violenta quanto divertente, nel classico stile sopra le righe del Raimi cineasta dell’orrore, al termine della quale l’anziana riesce a strappare un bottone dal soprabito della ragazza, col quale compie uno strano rituale, per quella che ha tutta l’aria di essere una maledizione.

Detto fatto, perchè da quel momento in poi Christine comincerà ad assistere e soprattutto a subire eventi via via più strani, tra incubi, stati allucinatori, presenza inquietanti, fenomeni simili ai poltergeist, il tutto sotto gli occhi allibiti del fidanzato Clay, che sebbene non creda alle cose che lei gli racconta ed a questa presunta maledizione, le sta vicino aiutandola anche quando lei decide di rivolgersi ad un veggente. Quando il giorno dopo si recherà presso l’abitazione della Ganash, scoprirà, in modo piuttosto rocambolesco e schifoso (per la serie, vomito e liquido verdognolo che esce dalla bocca della vecchia e che si riversa nella sua) che è morta, e che quindi non c’è più modo di metter fine alla maledizione che, a quanto sembra, nel giro di tre giorni la porterà diritta all’inferno, trascinata dalla lamia. In un crescendo di eventi sempre più misteriosi, si giungerà ad una vera e propria seduta spiritica, uno dei momenti più alti del film per folle ironia, controllata demenzialità e trovate geniali. Nonostante il fallimento della seduta, tuttavia, si aprirà una nuova, probabilmente ultima speranza di salvezza per Christine, che dovrà provare a disfarsi del bottone per far sì che la maledizione sia indirizzata su un’altra persona.

Tagliamo subito la testa al toro: Drag Me To Hell è un ritorno roboante ed entusiasmante, in grado di riportare tutto ciò che Raimi aveva già scritto e mostrato nella serie della casa e mantenendo intatte le caratteristiche del suo cinema: la dinamicità, il montaggio rapido, gli assurdi scontri, il make-up di creature e di volti tumefatti. Ma soprattutto ritorna con quel suo inconfondibile stile che sa mischiare alla perfezione i sobbalzi, la tensione, le risate, il disgusto, in una formula coesa e dannatamente vincente. E con queste qualità, riesce a trasformare una trama scontata e già sentita in un lungometraggio interessante, divertente e godibile per tutta la sua durata. Permettetemi di dirlo: ci era mancato tutto questo, ed adesso inizia il countdown per l’annunciato La Casa 4, che vedrà la luce nel giro di un paio d’anni. Bentornato Sam, ed ora, per favore, lascia perdere i ragni e dedicati al buon vecchio cinema dell’orrore.

Drag me to hell (2009)
Voto del redattore
8.5
Voto dei lettori0 voto
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8.5