Trovo molto interessante il progetto di Autori Riuniti, giovane casa editrice che si configura come un collettivo di autori che collaborano mettendo a disposizione le proprie competenze per correggere, editare e migliorare ogni romanzo pubblicato. Due curiosità: i numeri di pagina vengono stampati al contrario, un conto alla rovescia verso la fine della lettura; al termine di ogni libro, la casa editrice lascia una pagina bianca che l’autore può utilizzare come preferisce.
Alessio Cuffaro, tra i fondatori della casa editrice, dà alle stampe il suo romanzo d’esordio nel 2016. La distrazione di Dio è la storia di Francesco Cassini, nato nel 1865 da una famiglia povera e costretto a lavorare in falegnameria in seguito alla morte del padre. Fin da bambino manifesta una propensione agli studi più unica che rara per i Cassini, e avrà occasione di concretizzarla quando scapperà di casa e verrà accolto da un nobile torinese. Da lì inizia la sua seconda vita, agiata e tra i lustrini dell’alta società.
La sua storia viene tratteggiata con pochi tratti, scene selezionate e passaggi che riassumono anni in poche righe. L’interesse dell’autore è quello di giungere al momento della morte di Cassini, ed è proprio da lì che il romanzo prende il volo. La morte del protagonista spiazza il lettore che si trova a seguire le vicende di un ragazzino francese, tale Jacques Combe. A causa di una distrazione di Dio, Cassini si risveglia in un letto d’ospedale nel corpo di Jacques. La sua sorpresa sarà pari a quella del lettore, e tenterà di adattarsi a contesto sociale, affetti, legami familiari e corpo di un altro. La seconda vita di Francesco sarà agiata e gioiosa, ma anche segnata dall’impossibile amore nei confronti della madre di Jacques.
I ricordi della vita precedente rimangono vivi fino a quando, non riuscendo più a scacciarli, decide di tornare a Torino per cercare i suoi figli. Ritroverà sua figlia Anna, ma anche la morte. Il meccanismo è ormai chiaro: Francesco, dopo aver vissuto la vita del parigino Jacques Combe, vivrà quella del praghese Josef Martin. Quando ormai l’effetto sorpresa si è dissolto, l’ultima intuizione e sfida per Cuffaro è quella di far reincarnare Francesco nel corpo di una donna, l’americana Zoe. Ciò consente all’autore di portare a un livello ancora più complesso l’adattamento alla nuova condizione, sessualità inclusa.
Finché regge l’effetto meraviglia, La distrazione di Dio è un’esperienza avvincente e divertente. Ciò che per il protagonista è un dramma, per il lettore è continua scoperta: si ritrova alle prese con luoghi nuovi, personaggi interessanti e vividi, ambientazioni diverse. La strana storia di Francesco Cassini inizia nel 1865 e attraversa tutto il ventesimo secolo, giungendo fino al capodanno del Duemila. Anche quando la tensione narrativa cala un po’, cosa che avviene nel corso delle vicende di Josef, Cuffaro è in grado di piazzare il colpo vincente – seppur prevedibile – di far vivere al protagonista la vita di una donna, per chiudere il cerchio.
La scrittura di Cuffaro è impeccabile, uno stile asciutto, pulito, in cui le descrizioni sono tratteggi, i personaggi sono espressi attraverso dialoghi e considerazioni pungenti e profonde, sempre ben amalgamate. Il bilanciamento del testo sfiora la perfezione, così come la costruzione delle singole frasi, brevi ed esemplari. La distrazione di Dio è formalmente impeccabile. Sebbene sia un esordio, nel romanzo troviamo la consapevolezza e la maestria di uno scrittore navigato. Lettura consigliata sia per chi cerca semplice intrattenimento, sia per chi vuole leggere un romanzo confezionato con cura e precisione chirurgica.