Copertina di "La distrazione di Dio", di Alessio Cuffaro
Copertina di "La distrazione di Dio", di Alessio Cuffaro

La distrazione di Dio – Alessio Cuffaro

La distrazione di Dio
Autore
Alessio Cuffaro
Genere
drammatico, fantastico
Casa editrice
Autori Riuniti
Pagine
256
Paese
Italia
Link acquisto

Trovo molto interessante il progetto di Autori Riuniti, giovane casa editrice che si configura come un collettivo di autori che collaborano mettendo a disposizione le proprie competenze per correggere, editare e migliorare ogni romanzo pubblicato. Due curiosità: i numeri di pagina vengono stampati al contrario, un conto alla rovescia verso la fine della lettura; al termine di ogni libro, la casa editrice lascia una pagina bianca che l’autore può utilizzare come preferisce.

Alessio Cuffaro, tra i fondatori della casa editrice, dà alle stampe il suo romanzo d’esordio nel 2016. La distrazione di Dio è la storia di Francesco Cassini, nato nel 1865 da una famiglia povera e costretto a lavorare in falegnameria in seguito alla morte del padre. Fin da bambino manifesta una propensione agli studi più unica che rara per i Cassini, e avrà occasione di concretizzarla quando scapperà di casa e verrà accolto da un nobile torinese. Da lì inizia la sua seconda vita, agiata e tra i lustrini dell’alta società.

La sua storia viene tratteggiata con pochi tratti, scene selezionate e passaggi che riassumono anni in poche righe. L’interesse dell’autore è quello di giungere al momento della morte di Cassini, ed è proprio da lì che il romanzo prende il volo. La morte del protagonista spiazza il lettore che si trova a seguire le vicende di un ragazzino francese, tale Jacques Combe. A causa di una distrazione di Dio, Cassini si risveglia in un letto d’ospedale nel corpo di Jacques. La sua sorpresa sarà pari a quella del lettore, e tenterà di adattarsi a contesto sociale, affetti, legami familiari e corpo di un altro. La seconda vita di Francesco sarà agiata e gioiosa, ma anche segnata dall’impossibile amore nei confronti della madre di Jacques.

I ricordi della vita precedente rimangono vivi fino a quando, non riuscendo più a scacciarli, decide di tornare a Torino per cercare i suoi figli. Ritroverà sua figlia Anna, ma anche la morte. Il meccanismo è ormai chiaro: Francesco, dopo aver vissuto la vita del parigino Jacques Combe, vivrà quella del praghese Josef Martin. Quando ormai l’effetto sorpresa si è dissolto, l’ultima intuizione e sfida per Cuffaro è quella di far reincarnare Francesco nel corpo di una donna, l’americana Zoe. Ciò consente all’autore di portare a un livello ancora più complesso l’adattamento alla nuova condizione, sessualità inclusa.

Finché regge l’effetto meraviglia, La distrazione di Dio è un’esperienza avvincente e divertente. Ciò che per il protagonista è un dramma, per il lettore è continua scoperta: si ritrova alle prese con luoghi nuovi, personaggi interessanti e vividi, ambientazioni diverse. La strana storia di Francesco Cassini inizia nel 1865 e attraversa tutto il ventesimo secolo, giungendo fino al capodanno del Duemila. Anche quando la tensione narrativa cala un po’, cosa che avviene nel corso delle vicende di Josef, Cuffaro è in grado di piazzare il colpo vincente – seppur prevedibile – di far vivere al protagonista la vita di una donna, per chiudere il cerchio.

La scrittura di Cuffaro è impeccabile, uno stile asciutto, pulito, in cui le descrizioni sono tratteggi, i personaggi sono espressi attraverso dialoghi e considerazioni pungenti e profonde, sempre ben amalgamate. Il bilanciamento del testo sfiora la perfezione, così come la costruzione delle singole frasi, brevi ed esemplari. La distrazione di Dio è formalmente impeccabile. Sebbene sia un esordio, nel romanzo troviamo la consapevolezza e la maestria di uno scrittore navigato. Lettura consigliata sia per chi cerca semplice intrattenimento, sia per chi vuole leggere un romanzo confezionato con cura e precisione chirurgica.