La mia deve essere una disfunzione cerebrale, non lo metto in dubbio, ma nel momento stesso in cui ho letto il titolo di questo film ho capito che avrei dovuto guardarlo. Prima però di addentrarci nei meandri di siffatta opera del genio umano, è necessario un breve preambolo relativo alla natura stessa di questa produzione. Da ormai diversi anni a questa parte, la Asylum, casa di produzione americana, si sta dedicando alla creazione di film a budget relativamente basso, da produrre in poco tempo e da immettere sul mercato dell’home video, senza passare per le sale cinematografiche. La cosa curiosa è che i loro film sono sempre legati tematicamente ad una uscita più importante e pubblicizzata, in modo da cavalcarne l’onda mediatica. E questo il caso anche del qui presente Abraham Lincoln vs. Zombies, chiaro fratellastro de La Leggenda Del Cacciatore Di Vampiri (titolo originale: Abraham Lincoln: Vampire Hunter), prodotto da Tim Burton. Per uscite di questo tipo è stato coniato un nuovo termine: mockbuster.
Protagonista della storia è Abraham Lincoln, nel corso della guerra civile americana, poco prima che salisse al potere. Dopo un breve antefatto, durante il quale un giovane Lincoln assiste alla malattia di sua madre, che la spinge al cannibalismo, fino alla tragica fine che lo vede costretto ad ucciderla di mano sua in seguito al suicidio del padre, l’azione si sposta tra le fila dell’esercito nordista, alle prese con un inatteso problema: Fort Pulaski è caduto in mano a delle orride creature che attaccano gli umani per nutrirsene e che possono venire uccise solo con colpi alla testa. In una parola (bantu, come dirà uno dei personaggi): zombi.
Lincoln raccoglie intorno a sé dieci uomini per tentare una missione quasi impossibile: liberare il forte ed evitare che il focolaio si diffonda. Prende dunque il via una lunga fase di lotte più o meno continue, inframezzate da qualche zoppicante dialogo e da una trama assemblata alla meno peggio. Il primo grande difetto del film risiede proprio nella pretestuosa presenza di Lincoln. Non è funzionale alla vicenda il suo personaggio, così come la trama è calata in maniera assai superficiale e raffazzonata nella realtà storica del periodo. A ciò si aggiunge un livello di recitazione piuttosto basso, eccezion fatta proprio per Bill Oberst Jr., autore di una onesta prova nei panni del futuro presidente degli Stati Uniti d’America, qui alle prese con la caccia agli zombi armato di falce.
La curiosità degli zombi qui presentati è che si muovono e attaccano solo quando percepiscono rumore, cosa che quindi rende possibile ai nostri eroi di spostarsi in mezzo alle creature infernali di soppiatto senza attirare la loro attenzione. Fallisce miseramente il tentativo di umanizzare la vicenda inserendo un legame passato di Lincoln, così come non sortisce effetto alcuno il tentativo di sferrare attacchi all’emotività dello spettatore. Il livello di empatia è basso a causa di personaggi deboli e non credibili. Inoltre, si ha spesso la netta sensazione di assistere ad un prodotto confezionato in maniera rapida e per tale motivo piuttosto povero di contenuti anche dal punto di vista visivo: poca post-produzione, make-up non precisissimo, scene a campo largo spoglie. Manca proprio il soffio vitale ad un film che risulta meccanico.
Il tentativo di dare un’ultima sferzata conclusiva non risolleva le sorti di un prodotto che appariva un azzardo già in partenza e che si rivela per quello che è: una produzione di serie B con pochi pregi. Tuttavia, a dispetto di una recensione che ne evidenzia solo i lati negativi, il film riesce a farsi guardare fino in fondo senza annoiare o far avvertire quel senso di disperazione tipico di quando si ha a che fare con prodotti aberranti. E inoltre, vedere Lincoln affettare zombi con una falce ha comunque un suo perché.