I vampiri (1957)

Anno di uscita
1957
Titolo originale
I vampiri
Regia
Riccardo Freda
Genere
gotico
Cast
Gianna Maria Canale, Carlo D'Angelo, Dario Michaelis, Wandisa Guida
Durata
78'
Paese
Italia
Voto
6.5

Considerato il primo autentico “film della paura” italiano, I Vampiri riveste per forza di cose un ruolo di primaria importanza all’interno del nostrano cinema di genere. Diretto da Riccardo Freda, in realtà ha per molti versi come autore principale Mario Bava, che oltre a ricoprire il ruolo di direttore della fotografia, ha anche di fatto completato le riprese del film.

La vicenda, ambientata a Parigi, riguarda una serie di delitti perpetrati ad opera di giovani ragazze, trovate morte e completamente prive di sangue. La stampa sensazionalistica parla apertamente di un vampiro, ma la realtà si scoprirà essere ben diversa, e coinvolgerà i desideri d’amore di una vecchia donna ossessionata dalla giovinezza, che reputa necessaria per riavere la propria bellezza e conquistare il figlio dell’uomo che aveva vanamente amato da giovane. Per riuscire nel suo intento, si avvale dei servigi di un noto medico, che riesce a farla tornare giovane, anche se solo per brevi periodi di tempo, utilizzando appunto il sangue delle giovani donne che la duchessa ordina di rapire (probabilmente memore della lezione della contessa Erzsebet Bathory e dei suoi bagni nel sangue).

Elementi gotico/romantici sono presenti per tutta la durata della pellicola, oltre a diverse caratteristiche che diverranno basilari per il giallo ed il thriller all’italiana, a partire dai guanti neri dell’assassino (o rapitore, in questo caso) e dalle indagini svolte per conto proprio dal giornalista di turno. Il problema di fondo, tuttavia, è un autentico pasticcio di trama, che fonde al suo interno una certa vena romantica, un pizzico di Frankenstein, una spruzzata di ricerca di elisir dell’eterna giovinezza, una solida base di insensati esperimenti medico/scientifici…di tutto di più, insomma, meno che l’elemento vampirico, che paradossalmente non si capisce proprio in cosa consista. Inevitabile, dunque, una serie di ingenuità disseminate nel corso del film, che non riesce nell’intento di inquietare, se non forse nella caratterizzazione dell’anziana duchessa, ma è un qualcosa che presto cade a causa del fine dei suoi intenti, che come già detto è l’amore. Da citare la sequenza dell’invecchiamento della duchessa, realizzata con pochissimi mezzi ma molto efficace.

Capostipite di un filone, I Vampiri ha indubbiamente i suoi meriti storici e racchiude al suo interno i germi che poi avrebbero dato vita alla ricchissima vena thriller/horror del cinema italiano, ma nonostante questo, non supera la prova del tempo. Una visione comunque interessante per scoprire le radici del nostrano cinema di genere, e per conoscere un regista che poi avrebbe diretto dei buoni horror, ed il direttore della fotografia, il suddetto Mario Bava, che da lì a tre anni avrebbe debuttato dietro la macchina da presa con La Maschera Del Demonio. Ma questa è un’altra storia.

I vampiri (1957)
Voto del redattore
6.5
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