Ci risiamo. L’annata horror, per quanto riguarda le uscite nei cinema italiani, continua imperterrita ad oscillare tra risicate sufficienze e clamorosi abissi. Sorprende il fatto che ci siano, invero, diversi prodotti interessanti che vengono sistematicamente ignorati, arrivando nel migliore dei casi direttamente in home video, con zero pubblicità e generale disinteresse, e nel peggiore dei casi non ricevendo distribuzione di alcun tipo nel territorio italico. Ma tant’è, quello che c’è da fare oggi è capire cosa abbia da offrirci Le Origini Del Male, quindi iniziamo a sviscerarlo.
Le Origini Del Male, di primo acchito, si presenta con un titolo dato in maniera del tutto autonoma da parte del distributore italiano, dal momento che l’originale è The Quiet Ones, che rappresenta un qualcosa di più aderente alla vicenda e soprattutto viene effettivamente citato nel corso del film. È stato scelto invece un titolo banale, comune e che ricalca anche quello di Hannibal Lecter – Le Origini Del Male (appunto) del 2007. Contenti loro… comunque sia, a dirigere il film viene chiamato John Pogue che, per chi non lo conoscesse – immaginiamo in molti – aveva debuttato dietro la macchina da presa tre anni or sono col mediocre quanto inutile Quarantena 2 – Terminal. Insomma, le premesse non sono delle migliori, ma passiamo alla trama.
Ispirato, come spesso non mancano di affermare i produttori di horror, ad una storia vera, il film prende il via ad Oxford, nel 1974. Il professor Coupland intende effettuare un esperimento con una ragazza che, abbandonata in tenera età, ha da sempre provocato strani ed inquietanti fenomeni. Il professore ha due assistenti, gli studenti Harry e Krissi, ed un altro ragazzo, Brian, incaricato di riprendere tutto. La cricca si trasferisce in un’abitazione tranquilla dove portare avanti i test sulla ragazza. Come primo punto, alla giovane viene impedito di dormire, propinandole musica rock ad alto volume a tutte le ore. Ciò viene fatto con l’idea che l’agitazione mentale indotta dalla mancanza di sonno possa risultare in una più intensa attività psichica.
Col passare dei giorni, le manifestazioni cinetiche aumentano sempre di più. Il professore è convinto di poter fare in modo di far espellere alla ragazza l’energia psichica negativa che la anima, e di poterla intrappolare in una bambola, ma il progetto non funzionerà. Jane, ossessionata da un’entità di nome Evey, inizierà a farsi del male e inoltre sembrerà subire le conseguenze anche di ciò che viene perpetrato sulla bambola.
Girato in parte in maniera classica ed in parte a mo’ di finto documentario, Le Origini Del Male non è il classico film di possessione demoniaca. Si sposta maggiormente su manifestazioni telecinetiche e su fenomeni poltergeist, inserendo in mezzo scellerati concetti scientifici e psichiatrici che guidano le azioni del professor Coupland e pure un culto non ben approfondito che avrebbe visto coinvolta la famosa Evey, proprio in quella casa, qualche anno prima. Il tutto appare fumoso e confuso, e gli avvenimenti si susseguono senza un filo ben preciso fino al finale tragico quanto prevedibile.
Prodotto dalla gloriosa Hammer Films, Le Origini Del Male fallisce tutti i suoi obiettivi: non incuriosisce, non inquieta, non fa appassionare alle vicende e non riesce nemmeno a creare empatia, nonostante i tentativi di dare anche all’amore un suo spazio. Personaggi piatti, sceneggiatura confusa ed approssimativa e la mancanza di approfondimento sul culto misterioso, che avrebbe potuto gettare nuova luce, sicuramente più affascinante, sull’intera vicenda, lo rendono un prodotto dimenticabile e superfluo. Ancora una volta, ci troviamo costretti a bocciare in maniera netta e perentoria una nuova uscita. Speriamo che questo trend cambi al più presto.