Jesse Eisenberg produce e recita un film bizzarro, in cui una coppia alla ricerca di una casa si ritrova intrappolata a Yonder, un centro residenziale caratterizzato da case tutte uguali. Impossibilitati a lasciare Yonder, ricevono l’incarico di allevare un bambino per riguadagnare la libertà.
La storia appare come una lettura di un modello di vita più o meno direttamente imposto alla società, che conduce gli individui a compiere determinate scelte al di là della propria volontà, senza dare ascolto agli autentici desideri e alle proprie inclinazioni.
“Qui le nuvole sono a forma di nuvola”, dice Gemma al bambino mentre osservano il cielo di Yonder, sempre identico a sé stesso. Da questo non-luogo sono banditi l’immaginazione e i sogni, e gli individui, soli e senza meta, dedicano le proprie energie ad attività inconcludenti e invecchiano precocemente.
Messa in scena piuttosto povera ma funzionale. Sembra di ritrovarsi in un quadro di Magritte, e di fare un balzo in un assurdo Escher nelle fasi finali del film.