La mia prediletta – Romy Hausmann

La mia prediletta
Anno di uscita
2019
Titolo originale
Liebes Kind
Autore
Romy Hausmann
Genere
thriller
Casa editrice
Giunti
Pagine
384
Paese
Germania
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La mia prediletta è un romanzo sugli abusi e su come le violenze disgreghino l’identità.

Opera prima dell’autrice tedesca Romy Hausmann, il romanzo prende il via in un ospedale: una bambina di nome Hannah viene presa in custodia da un’infermiera, che prova a comunicare con lei per capire cos’è successo. La madre della bambina ha avuto un incidente ed è priva di sensi. L’infermiera riesce a ricavare ben poco da Hannah, e quel poco è piuttosto inquietante: sembra che vivesse con la sua famiglia in una capanna e che il fratello sia rimasto lì per pulire il sangue.

In contemporanea, una coppia riceve la telefonata della polizia. Si sospetta che la loro figlia, Lena, sparita circa tredici anni prima, sia stata ritrovata e che sia ricoverata in stato di incoscienza. La coppia si precipita in ospedale, ma la donna si rivela non essere Lena. Tuttavia, quando incrociano Hannah scoprono la sua incredibile somiglianza con la loro figlia.

L’autrice si districa con buona sicurezza nell’intreccio e nella gestione dei vari snodi della trama. Un aspetto tecnico interessante del romanzo è la scelta di usare la prima persona per tutti i punti di vista. In particolare, viene prestata una certa attenzione nel restituire il punto di vista di Hannah, il personaggio più complesso. L’autrice ha dovuto provare a immergersi nella mente di una bambina di tredici anni con dei trascorsi molto particolari e complicati, con una percezione del mondo e della realtà assai parziale. L’impresa non era delle più semplici, ma l’obiettivo è stato raggiunto ed è un merito non da poco.

Dal punto di vista stilistico, La mia prediletta è un romanzo che fa tesoro dei benefici di una scrittura snella, quasi trasparente. La prosa non richiama mai l’attenzione su di sé e questo permette un livello di coinvolgimento soddisfacente, nonostante la carenza di guizzi in grado di sorprendere.

La struttura del romanzo risente nella prima parte di una certa debolezza per via dell’assenza di un’autentica minaccia nel presente. Tutto sembra essersi già svolto, e le vicissitudini narrate sono volte a ricostruire pezzi del passato e a capire cos’è successo. Le cose cambiano in concomitanza del primo colpo di scena, che sfrutta la tecnica dell’agnizione per sparigliare le carte in tavola. La stessa tecnica viene sfruttata una seconda volta, seppure in modo diverso, per alzare la posta in gioco anche nel presente, e da quel momento in avanti la storia cambia registro e ritmo. La curiosità e il mistero vengono meno, sostituiti dal pericolo e dalla tensione, che porterà allo scioglimento finale.

C’è un momento preciso della trama che permette all’autrice di fare andare le cose come vuole lei ma che, al lettore, appare poco in linea con le caratteristiche psicologiche del personaggio. È un peccato perché indebolisce l’intero impianto narrativo. A voler essere pignoli, anche la risoluzione del mistero della prima parte arriva in modo fin troppo lineare, trasformando il libro in una caccia all’uomo che fa leva su un tema molto in voga di questi tempi, ovvero la violenza sulle donne.

L’antagonista della vicenda è un altro aspetto che non convince del tutto. Risulta essere un personaggio piatto, poco complesso, mosso dalle solite molle delle manie di grandezza e di una certa vena di sadismo. Ed è un peccato, perché sarebbe stato possibile ottenere i medesimi effetti, se non migliori, con un personaggio più autentico e tridimensionale.

Al netto di questi elementi meno convincenti, La mia prediletta è un esordio che esordio non sembra. La narrazione viene condotta con piglio, i colpi di scena e le false piste sono disseminate nei punti in cui devono essere, ha una trama abbastanza solida da reggere alla distanza e una gestione dei punti di vista efficace, soprattutto se si considera di avere a che fare con un’autrice esordiente.

Qualche debolezza nei personaggi e un preciso snodo quasi assurdo riducono il potenziale di La mia prediletta, ma il romanzo non deluderà chi di thriller psicologici non ne ha mai abbastanza.