Alone (2007)

Anno di uscita
2007
Titolo originale
แฝด
Regia
Banjong Pisanthanakun, Parkpoom Wongpoom
Genere
fantasmi
Cast
Marsha Wattanapanich, Vittaya Wasukraipaisan, Ratchanoo Bunchootwong
Durata
90'
Paese
Thailandia
Voto
8

I nomi dei registi di Alone, per quanto lunghissimi, mi sono entrati in mente quando vidi, ormai tre anni or sono, Shutter, pellicola discreta nel concetto ma penalizzata da una regia non sempre condivisibile per taglio e scelte. A distanza di qualche tempo, però, Pisanthanakun e Wongpoom ritornano sulle scene con una pellicola che, stavolta, è riuscita a conquistarmi in ogni sua componente, lasciandomi una ottima sensazione durante e dopo la visione.

Il tema portante del film non dista moltissimo da quello del già citato Shutter: anche in questo caso, infatti, i protagonisti hanno a che fare con il ritorno in forma spiritica e di manifestazioni paranormali di una persona importante del proprio passato, vittima di una scelta o di una grave ingiustizia da parte di colui/colei che inizieranno a perseguitare. E’ questo ciò che accade a Pim, una bella ragazza che intrattiene una storia d’amore con Wee. Costretti a trasferirsi temporaneamente a causa di un ictus occorso alla madre di lei, Pim inizierà ad essere perseguitata da incubi ed allucinazioni sempre più agghiaccianti e reali, che col passare del tempo diventeranno vere e proprie minacce materiali, anche ai danni di Wee. Nel frattempo, oltre al susseguirsi di tali terrificanti avvenimenti, viene svelata l’infanzia di Pim, che aveva una gemella siamese di nome Ploy, dalla quale fu separata mediante un intervento chirurgico. E pian piano il mosaico verrà scoperto parte dopo parte, per mostrare nella sua interezza una vicenda dai forti connotati psicologici e drammatici.

La coppia di registi thailandesi, tre anni dopo l’ultima fatica cinematografica, rientra in pompa magna mettendo in mostra un’accresciuta confidenza con la macchina da presa e con le proprie abilità: a sorprendere sono la perfetta scelta dei campi, del ritmo del montaggio, dello storyboard, il tutto arricchito da una trama solida e credibile a dispetto dell’elevata presenza di elementi soprannaturali. E, merito non da poco, riesce nell’intento primario di un film horror: fa paura. Alone ha dei momenti che regalano balzi sulla sedia, e dei picchi di tensione ben costruiti. Insomma, ogni pezzo è al suo posto, recitazione dei due protagonisti e colonna sonora comprese.

Ovviamente, non è tutto oro quello che luccica, altrimenti ci ritroveremmo a che fare con un capolavoro assoluto. La vicenda narrata calca in grande misura le più classiche ghost stories fatte di vendetta, e nel cinema orientale abbondano gli esempi di storie di tal genere. Altra sbavatura è il fatto che da un certo punto in poi del film inizia ad essere sempre più prevedibile il twist finale. Tutto questo, però, non toglie merito ad una produzione validissima formalmente e dai contenuti molto apprezzabili, che non mancherà di soddisfare anche qualche palato più raffinato. Da sottolineare come ulteriore elemento positivo è l’assoluta assenza di quello che è il marchio di fabbrica delle produzioni orientali, ovvero la lentezza. Il ritmo non è spedito ma è giusto per il tipo di storia narrata, favorendo la creazione di un’atmosfera a tratti davvero tesa e palpitante. Bella sorpresa, e pollice alto per i registi dai nomi lunghissimi ed un po’ buffi: bravi!

Alone (2007)
Voto del redattore
8
Voto dei lettori0 Votes
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8